Cresce il servizio di Endocrinologia a Bergamo

La Dr.ssa Anna Maria Formenti in Habilita San Marco.

16/12/2021

In Habilita San Marco a Bergamo il servizio di Endocrinologia si è arricchito con un nuovo professionista. Si tratta della Dr.ssa Anna Maria Formenti. L’abbiamo incontrata per parlare di una di tiroide. Le problematiche tiroidee sono, infatti tra le più diffuse e frequenti, come conferma la stessa dottoressa. «La patologia tiroidea – spiega la Dr.ssa Formenti – è la più frequente tra quelle che l’endocrinologo incontra. I noduli tiroidei sono molto molto diffusi. Più spesso sono determinati da una carenza di iodio e, quindi, la tiroide si sforza perché non ha la sua benzina e, di conseguenza, si creano delle formazioni nodulari. Queste sono, nella stragrande maggioranza, dei casi di tipo benigno. In alcune situazioni, però, ci possono essere anche dei tumori maligni: è sicuramente lo specialista che può inquadrare questa condizione».

Come un paziente può rendersi conto di avere la necessità di visita specialistica per verificare un nodulo tiroideo?

«A volte è un familiare che, guardando il collo, vede una tumefazione o un ingrossamento che prima non c’era. Altre volte ci possono essere sintomi come fatica a deglutire, oppure fatica a respirare in quanto le formazioni nodulari più grandi possono schiacciare la trachea o l’esofago, ovvero il tubo che porta rispettivamente l’aria i polmoni e quello che porta il cibo allo stomaco. Più frequentemente, però, i noduli vengono rilevati incidentalmente: io mi sottopongo a un altro esame (ad esempio un’ecografia delle carotidi) e l’esito mi dice che a livello della tiroide è presente un’anomalia. Allora si viene inviati dall’endocrinologo che approfondirà il quadro. A oggi la possibilità di effettuare un’ecografia tiroidea sui pazienti è una possibilità fondamentale perché quando alla palpazione rileva un nodulo posso poi andare ad approfondire con questa sonda che, grazie al fatto che la tiroide è molto superficiale, riesce a vedere molto bene le caratteristiche del nodulo. Sulla base di ciò possiamo sapere se il nodulo è sospetto e la situazione deve essere approfondita o solo monitorata. Qualora fosse sospetto si possono fare ulteriori accertamenti come, per esempio, l’ago aspirato. In pratica si prelevano alcune cellule da questo nodulo e si osservano su un vetrino in modo tale da capire appunto la natura del nodulo stesso».

Quindi è importante, anche soltanto quando si ha un minimo dubbio, fare subito riferimento allo specialista.

«Esatto. Così si evita che si verifichi un peggioramento della situazione. Spesso arrivano pazienti che spiegano che avevano trovato un piccolo nodulo dieci anni fa e poi non l’hanno più controllato. Effettivamente i noduli possono essere anche qualcosa di assolutamente benigno ma vanno tenuti controllati almeno una volta ogni 12/18 mesi per valutare se subiscono variazioni in dimensioni. Quindi è importante che lo specialista tenga monitorato il paziente da questo punto di vista».

Nel suo ambulatorio lei effettua anche ecografie alla tiroide?

«Sì, l’ecografia è un esame assolutamente non invasivo non emette radiazioni, è un esame rapido che si può eseguire nel corso della visita. Un paziente può arrivare portando in visione gli esami e, al contempo, è possibile valutare le caratteristiche del suo nodulo. Per me è importante constatare direttamente l’aspetto del nodulo per poter essere quanto più utile al paziente».

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